L'album
Scatole di Vetro, prodotto da AlfaMusic nel 2018, è il terzo lavoro discografico. L’album – continuazione ideale del precedente – è arrangiato da Franco Piana e Vincenzo Presta, che arricchiscono con maestria i testi di Petrelli.
“I temi che l’autore propone disegnano un universo espressivo variegato, ora incline all’intimismo, ora attento all’ambito sociale della contemporaneità. Il registro stilistico è adeguato al racconto di avventure, impressioni e ricordi che emergono come tracce di un acuto scavo interiore. Mai toccato da tentazioni di autocensura o edulcorazione, anzi profondamente sincero. Incline, semmai, a ricorrere all’ironia per alleggerire il dramma o rifuggire dal melenso”, si legge nelle note di copertina di Carmine Zocco.
Una parte del disco è dedicata a Nicola Arigliano, con un omaggio ai suoi motivi più famosi e una rilettura di “Colpevole” (AlfaMusic, Nun, Raitrade), Premio della Critica al Festival di Sanremo 2005.
RECENSIONI
Noblesse oblige, Maurizio Petrelli! Da dove iniziamo? Né dall’inizio né dalla fine. Iniziamo dal Centro, iniziamo da quel Centro emotivo che accarezza il gusto e la memoria del nostro bravo e simpatico crooner, quel Centro che ancora lo avvince e gli permette, ricordo dopo ricordo, di dar lustro ad uno dei più grandi cantanti italiani, Nicola Arigliano, l’Ironia fatta Canto, la presenza scenica e la signorilità del gesto artistico, l’eleganza delle simmetrie e l’eccezionale stile interpretativo. Eccolo, nel mezzo della scaletta ideata per l’album; ecco il magnifico Nicola Arigliano di Colpevole col quale il vocalist duetta in versione virtuale; eccolo ancora anella Medley di Carina, Il pinguino innamorato, Marilù, Maramao perché sei morto, Permette Signorina, I sing ammore; ecco la finezza di Maurizio nel leggere tutta la vulcanica leggerezza del Pathos e del Ludus di Nostra Madrepatria del Sud della quale egli è cantore scanzonato, certamente multiforme nell’innato Umorismo pirandelliano quanto nel saper narrare Storie dalle quali potremmo trarre non solo argute riflessioni musicali ma anche Senso di Vita, e che Vita.
A questo punto chi legge non potrà non chiedersi come la Vicenda inizi e come vada a finire, e in quali colori si dipanino le Scatole di Vetro. E allora diciamolo: ma chi scrive testi così spontanei e diretti, ma chi sa arrangiare con tanta eleganza come Franco Piana e Vincenzo Presta, ma chi può permettersi di avere a fianco tanti bravissimi musicisti, là in sala d’incisione soprattutto per stima e affetto? E se questo è accaduto vuol dire che il Nostro se lo merita: nessun jazzista italiano si perde in Vie in cui non crede, nessun jazzista di quel calibro che emerge nei Soli magistrali e avvolgenti di Presta al sax, Piana al flicorno, Rinaldi alla tromba, Frigerio al trombone, Sabatini all’Hammond, Zou alla chitarra e Carucci al pianoforte.
L’Italian Swing Show si muove con brillante destrezza in Temi dal linguaggio attento all’equilibrio, alle trasparenze, raffinato e mai saccente, sfumato nelle venature malinconiche della tensione vocale e nel commento lirico di Franco Piana all’ottone (Non posso dire), garbato ed euforizzante nel climax da Big Band di Se sapessi, nel “cariño” e nella “locura” di No pasò nada, Blue Notes sudamericane che aprono allo spassionato Caribe in rimando Fred Buscaglione di Juliana ed all’irruente trascinante calore funky dell’autobiografico Vezzo furbacchiotto e simpaticone dell’autobiografica Faccia da schiaffi (“mi devo divertire…i miei scherzi bastardi non sono cattivi, sono naif…la vita è tanto breve, io voglio esagerare e fare sempre di più”: ben detto, Maurizio, e continua a farlo!).
Ma, evidentemente, il Conto della Vita non può fermarsi qui se le “Scatole” si aprono nella riflessione:
“Devo mettere i ricordi /dentro scatole di vetro/ trasparenti come l’aria…Un passato complicato/ di un futuro da scoprire”.
Intanto, a parere di chi scrive, è questo il futuro del Petrelli: Scatole di Vetro nelle quali è possibile vedere ciò che si sente, uno Spazio poliedrico di vigore, divertissement e tante punteggiature flessibili e di buon gusto, affabile e ben consapevole di quanto si addice a chi delle Cose della Vita conosce il Profondo, Varianti che cambiano e che tornano, Versi di Bel Modo e Volti musicali che chi ha già incontrato l’ingegnoso Alchimista sa essere interamente Suoi…Noblesse Oblige.
Nel bailamme delle cose delle federazione (e dei viaggi e dei concerti) sono riuscito oggi a sentire i cd che mi hai dato a Roma. Tra tutti devo dire che ho apprezzato particolarmente “Scatole di vetro” di Maurizio Petrelli che mi è parsa una produzione importante e molto curata. La copertina stile “Lagostina” di Giammaruco inoltre la impreziosisce.
I temi che l’autore propone disegnano un universo espressivo variegato. Il registro stilistico è adeguato al racconto di avventure, impressioni e ricordi che emergono come tracce di un acuto scavo interiore.
Il progetto si avvale della raffinata vena musicale degli arrangiatori Franco Piana e Vincenzo Presta, che rivestono con maestria i testi di Maurizio Petrelli, ed è impreziosito dal contributo di navigati musicisti jazz, particolarmente versati nello swing. E infatti gli arrangiamenti combinano con grande sapienza, sintassi jazzistica, canzone melodica italiana e qua e là accenti di ballabilità latina.